lunedì 5 marzo 2012

Polinesia Francese - Isole Tuamotu - Tikenau

Dopo i tre giorni tranquilla a Bora Bora mi sono trasferita alle Isole Tuamotu. Sono atterrata a Tikeau su una pista quasi inesistente e sono stata l’unica passeggera a scendere dall’aereo! Mi aspettavano con la solita collana di fiori (poi quando te ne vai, te ne danno una di conchiglie…) e mi hanno portato alla Pension Hotu: cinque bungalow spartanissimi sulla sabbia bianca, sotto le palme e in riva al mare più azzurro che ho visto in vita mia. E’ gestita dalla famiglia di un francese e al momento sono la sola ospite.

Armata di pinne e maschera mi sono subito avvicinata, guardinga, al mare. In quel mentre passavano un allegro gruppo di mini squaletti pinna nera (dov’era la mamma?). Aspetto un po’ e…appena guardo sotto con la maschera …una razza!!! Jacques Cousteau affermò che tra tutti gli atolli del pianeta, quello di Tikeau era sicuramente quello più ricco di pesci: ma vah!

Allora il secondo giorno ho deciso di fare il giro dell’isola in bicicletta: preparo lo zaino, chiedo in prestito un cappello di paglia ad Amande, la ragazza di cucina. Scelgo la bici e mi faccio abbassare il sellino, per essere più comoda. Parto salutata da tutto il personale della pension…e comincio a pedalare. La strada è sterrata e sabbiosa e circonda l’atollo. Costeggio sempre l’acqua, ci sono poche casette, una bella chiesetta nel villaggio (dove però la posta era chiusa perché la postina è incinta e non si sentiva bene...) e tante palme da cocco. Qui l’economia è basata sulla copra: polpa essiccata di noci di cocco da cui si estrae l’olio. Faccio un po’ di foto.
Faceva caldo da morire e dopo un’ora comincio a pensare che sono stata una stupida a non portarmi via da bere, sperando di trovare un chiosco… Finalmente vedo una simpatica Pension e decido di andare a bere lì: era la mia Pension Huto e avevo fatto già fatto i 9 km dell’isola!!! Amanda è uscita dalla cucina sghignazzando “ ma sei già tornata? devi aver pedalato in fretta?” e giù a ridere.

Dandomi un contegno mi butto in mare per fare il bagno: a 5 metri dalla riva mi taglia la strada uno squalo di almeno un metro (forse la mamma di quelli di ieri!)… Tra me e Ariel c’è un abisso e mai termine fu più appropriato!
Il secondo giorno sono andata con il proprietario della Pension e la sua famiglia a fare un bel giro nella laguna con il suo motoscafo. La prima tappa è stata in un punto dove le mante vanno a” farsi pulire la bocca” da dei pesciolini blu: sono bellissime, enormi e….sprezzante del pericolo, questa volta sono rimasta a fare snorkeling vicino. Poi ci siamo fermati in un piccolo motu, con delle piscine naturali, a fare il pic nic. Ernest, mentre il pesce era sulla griglia, ha tagliato dei rami di palma, e li ha intrecciati per utilizzarli come piatti da portata: design stupendo! A riva, intanto, banchettavano con le interiora dei pesci, una quantità incredibile di pescecani…

Il giro ha compreso anche la visita dell’Île d’Eden, dove una comunità religiosa (quattro al momento) vive totalmente autosufficienti, coltivando ogni tipo di pianta e allevando animali. E poi l’Île des Oiseaux, dove abbiamo visto moltissimi nidi con uccelli che nidificano lì!
Sicuramente quest’isola è statala la tappa che mi ha emozionato di più dal punto di vista naturalistico: sarà impossibile dimenticare questi colori, questi pesci (!!!) e questa natura lussureggiante.

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